Daniele CRESPI (Busto Arsizio 1597-Milano 1630) Cristo alla colonna cm73x59 ‘600

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Luca Sforzini Arte – Galleria d’Arte italiana & internazionale

presenta :

Artista : Artista attivo in Lombardia nel XVII secolo nell’ambito di Daniele Crespi (Busto Arsizio 1597 – Milano 1630)

Titolo : Cristo alla colonna

Epoca : ‘600

Tecnica : Olio su tela

Dimensioni : cm 73×59 ca.; opera incorniciata in cornice di cm 87×72                  (nota bene: la cornice è considerata in OMAGGIO a corredo dell’opera : non si accettano reclami relativi alla cornice)

Opera corredata di Certificato di Autenticità della Galleria Luca Sforzini Arte.

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Note. Provenienza: collezione privata, Lodi. Opera corredata di Perizia a firma Giuseppe Napoletano (Facoltà di Lettere e Filosofia, Seconda Università degli Studi di Napoli), che scrive: “Il presente dipinto raffigura Cristo alla colonna illuminato da una luce radente proveniente da una fonte nascosta, collocata in alto a sinistra, che dà risalto al corpo del protagonista e ne illumina il volto con gli occhi rivolti al cielo, in un’ardente espressione sentimentale di drammatica attesa risalente a soluzioni di ascendenza emiliana, seppur marcate da punte di realismo proprie della pittura religiosa a carattere devozionale di ambito lombardo, diffusasi nella prima metà del XVII secolo. Lo stile della tela e la tipologia dei personaggi richiamano alcune opere di soggetto analogo, realizzate da Daniele Crespi (Busto Arsizio 1598 – Milano 1630), che hanno un referente illustre nel prototipo di Caravaggio conservato al Palazzo Bianco di Genova. Della Flagellazione di Cristo di Daniele Crespi (ubicazione ignota) il dipinto in discussione riprende l’ancheggio del corpo, le caratteristiche pieghe triangolari del perizoma; i tratti fisiognomici dei personaggi e l’attitudine a neutralizzare la profondità dello spazio con uno sfondo scuro costipato da un gruppo di figure a mezzo busto, che nel quadro in esame è costituito da un uomo di profilo, una donna e un armigero rivolti verso il riguardante per carpirne l’attenzione. Oltre ad attualizzare l’episodio evangelico, vestendo i personaggi con abiti seicenteschi, l’anonimo autore del quadro indugia nella descrizione minuziosa di alcuni dettagli compositivi. Tra essi spicca la luccicante armatura che rende l’effetto del metallo con una sorprendente verità tipica della tradizione naturalistica lombarda seicentesca, nel cui solco è riconducibile anche la forza quasi ritrattistica che traspare dal viso del barbuto soldato, contraddistinto da gote rossastre e da un vivido incarnato. La raffinatezza con cui sono trattate le ciocche dei lunghi capelli ondulati di Gesù, i minuti filamenti della sua barba definita a punta di pennello e le ciglia condotte con una stesura corposa in rilievo dimostrano come l’esecuzione di questo pregevole Cristo alla colonna spetti ad una notevole personalità artistica che, non solo per i rapporti precedentemente enucleati bensì per gli ulteriori legami intuibili tra questa tela con altri modelli di Crespi, quali il Battesimo di Cristo (Milano, Pinacoteca di Brera) può essere identificato con un abile seguace del grande maestro”.

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