Luca Sforzini sul ritrovamento delle ossa di Caravaggio “Manca la pietas, mi aspetto il Brodo ed il Sapone Caravaggio”.

PAVIA – La scoperta delle ossa di Caravaggio da parte del team di Vinceti ha destato interesse anche in provincia di Pavia.

Dall’Oltrepo, frazione Fumo di Corvino San Quirico, l’esperto d’arte Luca Sforzini ha commentato così la notizia: “La pietas umana e cristiana nei confronti delle spoglie mortali del Merisi è palesemente venuta meno : i (suoi?) poveri resti vengono esibiti come il nuovo pallone dei Mondiali di calcio, e giunti a questo punto tutto diventa possibile. Caravaggio è trattato come una popstar, è al centro di un’eccellente operazione di marketing : null’altro che ottimo marketing. Definito il contesto, non si può e non si deve lasciare l’opera a metà. Perché fermarsi alle legittime rivendicazioni di Milano, Caravaggio, Porto Ercole e persino Ravenna che, tutte, reclamano le ossa del grande artista? Caravaggio ha lasciato grande traccia di sè a Napoli, vogliamo forse negarne una scapola alla città partenopea? La consacrazione artistica raggiunta a Roma non vale il cranio per la capitale? E la Sicilia, che lo ospitò a Siracusa, Messina, Licata e Palermo, non merita un piede? Ogni provincia d’Italia merita un osso del Caravaggio, anche Pavia ovviamente : per volar basso, il mignolino. Sarebbe opportuno che il Presidente della Provincia ne facesse richiesta ufficiale in fretta, tra poco ci sarà la fila”.
Sforzini prosegue sul filo dell’ironia : “Ovviamente, le spoglie di Caravaggio si prestano ad esser anche strumento di politica estera. Perché non agevolare i rapporti diplomatici con Malta spedendo una vertebra nell’isola, in virtù della nomina del Merisi a Cavaliere nel 1608? Ogni Consolato italiano, ogni Istituto Italiano di Cultura nel mondo deve aver il suo bell’ ossicino da ostendere”.

“Ma è solo l’inizio – prosegue provocatoriamente Sforzini – Io dico che, ispirandoci ad Andy Warhol, dobbiamo mettere il Merisi alla portata di tutti. Che le sue reliquie vengano commercializzate nei supermercati, mi pare talmente ovvio da risultar banale : bisogna solo studiare una bella confezione. Non starei troppo a formalizzarmi sulla scarsità delle ossa disponibili – un problema che si porrà quasi subito, visto che andranno a ruba : come il team di Vinceti, ne garantiremo l’autenticità all’85%”.

Conclude Sforzini, con amara ironia : “E infine, le ossa attorno a cui ci affolliamo si prestano ad usi che porteranno Caravaggio sulla tavola e nel bagno di tutti gli Italiani : il Brodo Caravaggio ed il Sapone Caravaggio sono l’inevitabile punto d’arrivo”.

Il collezionista e studioso oltrepadano ha mostrato scarsa convinzione circa l’importanza scientifica della
scoperta: “Ho sentito dire che il ritrovamento delle ossa permetterebbe, grazie alle moderne tecnologie, di ricostruire la fisionomia del Merisi; ma è ormai acquisito che Caravaggio abbia dipinto se stesso in molte sue opere, per cui conosciamo già suoi autoritratti che ce lo mostrano da quand’era ragazzo (il Bacchino Malato del 1593, Roma Galleria Borghese) a poco prima di morire (la testa di Golia retta da Davide, 1609-10, Roma Galleria Borghese) . Quanto al fatto che le analisi condotte sui resti potrebbero riabilitarne la memoria, alleviandone la fama di ragazzaccio frequentatore di taverne e bordelli , incline alla rissa ed irredimibile, non so che dire. Ammesso che importi, anche qui c’è poco da scoprire…” – Sforzini mostra una copia coeva del Davide con la testa di Golia conservato alla Galleria Borghese, invitando a soffermare l’attenzione sulla spada di Davide – “ Sulla lama sono tracciate alcune lettere, H-A S O S, che riassumono il motto Agostiniano Humilitas occidit superbiam (l’umiltà uccise la superbia): un atto di contrizione inserito nel quadro, da inviare assieme alla richiesta di grazia al cardinale Scipione Borghese, influente nipote di papa Paolo V. Un atto di umiltà che implorava perdono per la condanna a morte conseguente all’uccisione di Ranuccio Tommasoni, che lo costrinse a fuggire da Roma…”.

Luca Sforzini conclude comunque con un plauso al lavoro del team di Vinceti: “Tanto di cappello, ribadisco, in ogni caso, all’operazione di marketing ed al rinnovato interesse che sta suscitando. E’ indubbiamente grazie a Vinceti ed al suo team se stiamo nuovamente parlando di Caravaggio anche su queste pagine “.

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